fonte Contropiano

Ieri, venerdì 26 settembre, l’aeroporto di Napoli ha ospitato una partecipata protesta a Capodichino organizzata dalla comunità araba palestinese insieme a numerosi attivisti locali. Il presidio ha denunciato l’arrivo di un volo proveniente da Israele che, secondo i manifestanti, trasportava turisti sionisti considerati complici del genocidio in corso a Gaza. Napoli, ancora una volta, ha dimostrato di sapere da che parte stare: quella della giustizia e della liberazione dei popoli oppressi.

Protesta Capodichino: Napoli solidale con la Palestina

La protesta a Capodichino ha visto sventolare bandiere palestinesi e striscioni con scritte inequivocabili: “Zionists not welcome”, “Free, free Palestine”, “IDF not welcome”. Al grido di “Fuori i sionisti dalla città” e “Assassini”, i manifestanti hanno ribadito la complicità delle istituzioni italiane che, a loro dire, continuano a garantire protezione a soldati e turisti provenienti da uno Stato che pratica occupazione e massacri.

Crimini denunciati e richiesta di giustizia

Nel corso del presidio, gli organizzatori hanno ricordato che negli ultimi mesi a Gaza oltre 35mila palestinesi, molti dei quali bambini, hanno perso la vita sotto i bombardamenti israeliani. “Come palestinesi e cittadini italiani non vogliamo essere complici di questo sterminio” – si legge nella nota diffusa dalla comunità – “Napoli non accoglie criminali di guerra”. Gli attivisti chiedono la fine di ogni accordo politico, economico e militare tra Italia e Israele, l’apertura di corridoi umanitari e il blocco di ogni favore ai militari dell’Idf.

Una città che sceglie da che parte stare

Il presidio si è concluso senza incidenti ma con la promessa di nuove mobilitazioni. Napoli conferma così il suo ruolo di capitale del Mediterraneo solidale, rinnovando un legame storico con le cause di liberazione. Da Capodichino arriva un messaggio chiaro: la città partenopea non resterà in silenzio di fronte a un genocidio e continuerà a schierarsi a fianco del popolo palestinese fino alla sua piena liberazione.

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