Nel cuore del Vomero si erge il medievale Castel Sant’Elmo. Maggiore tra tutti i castelli della città per estensione e numero di leggende ad esso legato, sorge nel luogo dove vi era una chiesa del X secolo dedicata a Sant’Erasmo.
Posto a 250 metri sopra il livello del mare, offre la possibilità a chi lo visita di osservare tutta la città e il golfo grazie al terrazzo panoramico di cui gode, oltre alla posizione strategica in uno dei punti più panoramici della città: San Martino.
Un castello la cui storia inizia tanti secoli fa
Ad ordinare la costruzione del Castel sant’Elmo fu Roberto il Saggio a Giovanni de Haya, reggente della Vicaria nel 1329. I lavori si conclusero nel 1343 sotto il dominio di Giovanna I d’Angiò. A lei si attribuì la morte del marito Andrea di Ungheria, vendicato dal fratello Luigi d’Ungheria, che pose il castello sotto il suo primo assedio. La regina si arrese e Carlo di Durazzo prese possesso del castello.
Fu solo la prima delle sommosse che qui ebbero luogo: divenne un vero e proprio obiettivo militare durante la contesa del Regno di Napoli tra la dinastia francese degli Angiò e quella spagnola degli Aragonesi.
L’imperatore Carlo V ne ordinò la ricostruzione. I lavori volsero a termine nel 1546, ma circa quarant’anni dopo, nel 1587 il castello fu colpito da un fulmine. Caduto sul deposito di munizioni della fortezza, ne fece saltare in aria una buona parte e causò la morte di più 150 uomini. Le prime leggende del Castel Sant’Elmo risalgono agli episodi di questi anni.
Nel 1599 si diede inizio ai lavori di ripristino, ultimati nel 1610 sotto la direzione dell’architetto Domenico Fontana. Divenne poi un carcere nel quale furono prigionieri, tra gli altri, il filosofo Tommaso Campanella.
Il duca di Arcos nel 1647, durante la rivoluzione napoletana, utilizzò il castello per bombardare la città. Esso vide anche l’assedio da parte dagli austriaci nel 1707 e dai Borbone nel 1734.
Durante moti del 1799, che portarono la proclamazione della Repubblica Napoletana il castello fu occupato dai repubblicani, che liberarono la città dalle forze francesi.
Gli ospiti del castello di ieri e di oggi
Il Castel Sant’Elmo è attualmente aperto al pubblico dal 1988, appartiene al Demanio Civile e oggi ospita un museo permanente, denominato “Napoli Novecento” oltre che altre varie mostre temporanee.
Sembra però che non siano le uniche cose ospitate. Pare che alcuni guardiani del castello infatti preferiscano sempre fare l’ispezione notturna di fine turno in coppia per via degli spiriti che vi si aggirano.
Stando alle leggende ad esso legate, nelle stanze del castel Sant’Elmo vagano ancora disperati gli spiriti dei nemici assalitori del castello. Catturati e giustiziati nei sotterranei o dati in pasto ai topi, non fu mai concessa loro degna sepoltura. C’è chi giura di sentirne ancora i lamenti, nonostante per molti siano solo rumori causati dal vento nei sotterranei.
Secondo altri, i lamenti sono dei più di 150 uomini che trovarono lì la morte a seguito dell’esplosione del deposito delle munizioni del 1587. Sono in molti infatti, tra turisti e custodi, ad aver avvertito o avvistato folle di fantasmi, di cui si sarebbero sentite grida fortissime.
Inoltre, nelle sale interne o lungo la pedamentina esterna si aggira, a detta di alcuni, una presenza non ostile, che tende a comparire improvvisamente spaventando i malcapitati per poi scomparire ponendo subito fine allo “scherzo”.