L’esonero di Rudi Garcia è ormai inevitabile, ma i guai del Napoli vengono da lontano, e coinvolgono ADL ed il CT Luciano Spalletti. Sono passati pochi mesi, da quando la squadra azzurra era una schiacciasassi dominatrice in campionato ed in Europa, eppure sembra trascorsa un’era geologica. Non c’è un solo responsabile, per l’attuale situazione nella quale la squadra campione d’Italia in carica versa. Ogni personaggio coinvolto in questa trama ha la sua percentuale di responsabilità.

ADL riteneva che fossero i calciatori a determinare la forza di una squadra a prescindere dal tecnico. Il 13 maggio Spalletti, fresco Campione d’Italia, chiarisce al presidente, durante una cena, di non voler proseguire l’incarico di allenatore del Napoli. “Con me dovete stare sereni” aveva detto il Presidente all’uscita. Ma c’era chiaramente poco da stare sereni.

L’addio di Luciano Spalletti

Ad una settimana dalla famosa cena, Spalletti disse in conferenza stampa che non c’era niente da chiarire e che i termini erano stati già discussi. Cosa abbia portato al tecnico di Certaldo, amatissimo dalla piazza a rinunciare a quell’affetto è soggetto solo ad ipotesi. Secondo alcuni Spalletti aveva presagito i disastri futuri. Secondo altri sentiva semplicemente impossibile riconfermarsi. Per altri ancora aveva già ricevuto la chiamata da Gravina per allenare la Nazionale.

Foto: Olympics.com. Spalletti in azzurro

Il dato di fatto è che Spalletti non ha voluto in alcun modo onorare il contratto con il Napoli che lo vedeva legato per un altro anno. Presumibilmente ADL era convinto di riuscire a convincere Spalletti a restare e non ha potuto scegliere il suo successore con la solita programmaticità.

Il Presidente ha poi annuncia da Fabio Fazio che Spalletti gli aveva chiarito di volere un anno sabbatico. Eppure il 18 agosto arriva l’ufficialità della sua nomina come nuovo allenatore dell’Italia, in violazione del contratto ancora vigente con il Napoli.

Foto: Goal.com. Spalletti in conferenza stampa a Coverciano da CT della Nazionale

Da Coverciano, Spalletti è intervenuto sull’esonero di Garcia: “Stimo molto Garcia, è una persona per bene. Non è stato giusto confrontarlo con il passato recente della squadra.”

La sbornia da successo di ADL

Durante i festeggiamenti dello Scudetto, nei quali ADL aveva incassato anche l’addio di Giuntoli, il Presidente azzurro si era sbilanciato sulle possibilità di vincere addirittura la Champions.

Foto: TuttoNapoli.net. ADL durante la festa dello Scudetto

L’ambiente Napoli si è trovato in una sbornia da successo. ADL è stato sicuramente determinante per la vittoria degli azzurri, coronamento del processo di crescita che ha affermato il Napoli nel panorama europeo. Allo stesso tempo ADL deve aver pensato di avere capacità da Re Mida, e che potesse in sostanza fare tutto da solo. Ma la storia del calcio insegna che per fare bene, e per riconfermarsi c’è bisogno ci una società nella quale ognuno ha un compito definito.

Il casting per il dopo Spalletti e la scelta di Garcia

Tanti i nomi per raccogliere l’eredità di Spalletti. ADL voleva un tecnico che facesse il 4-3-3, per questioni di continuità. Si va innanzitutto alla ricerca del “sentiment”. Italiano sembrava il naturale successore del tecnico di Certaldo, sponsorizzato anche da quest’ultimo. Tuttavia non è stato considerato perché sotto contratto con la Fiorentina. Enrique ha preferito accasarsi al PSG, mentre con De Zerbi sembra sia stato un arrivederci. Su Thiago Motta ADL ha dichiarato: “Non ha ritenuto il rischio di dover prendere il posto di un allenatore che ha aveva fatto quello che ha fatto.“. Per ragioni simili avrebbe rifiutato lo stesso Paulo Sousa.

Les Parisien dava per certo Galtier ma, mentre una delle ultime Italie di Mancini perdeva con la Spagna in Nations League, arriva la notizia: Rudi Garcia è il nuovo allenatore del Napoli.

Foto: Europa Calcio. ADL e Garcia nella presentazione di Capodimonte

L’area tecnica viene affidata orfana di Giuntoli viene affidata all’ex Spezia Meluso.

ADL e il rapporto con Rudi Garcia

ADL si è presto reso conto che il solo “fare il 4-3-3” non ti rende il prosecutore spirituale di Spalletti se i tuoi principi tattici sono diversi. Affidarsi a Garcia è stato quindi un errore, ma ancor più sbagliato è stato riconfermare il francese dopo il no di Conte. Infatti, dopo la sconfitta con la Fiorentina, e contattando il leccese, ADL ha, di fatto, esautorato Garcia agli occhi della squadra. Da quel momento il francese ha iniziato a “navigare a vista”, con il Presidente che aveva l’ultima parola sulle scelte di formazione.

Foto: SpazioNapoli. Conte durante la cerimonia dell’anniversario della Juventus

Le colpe di Rudi Garcia

Garcia aveva eccome, un curriculum all’altezza del Napoli. Il parigino aveva vinto la Ligue1 con il Lille, ed aveva avuto buone annate alla Roma, al Marsiglia e al Lione. Doveva rilanciarsi in Europa dopo l’esperienza al Al-Nassr, conclusasi con la risoluzione consensuale. Va riconosciuto il coraggio (non avuto da altri suoi colleghi) di raccogliere la panchina azzurra orfana di Spalletti.

Foto: Siamo il Napoli. Garcia durante la conferenza di Capodimonte

Il sostegno nei suoi confronti non gli è certo stato negato aprioristicamente. I tifosi hanno affollato i centri sportivi di Dimaro e Casteldisangro in estate e lo Stadio Maradona alla ripresa del campionato come al solito.

Foto: VesuvioLive.it

I fatti però dicono che Garcia “se l’è cercata”, avendo peccato d’arroganza. Il francese avrebbe dovuto entrare nell’ambiente in punta di piedi, riconoscendo i meriti di Spalletti. Invece già nella conferenza di Capodimonte, Garcia afferma: “I giocatori devono dimenticare quello che hanno fatto. Non cambierò tante cose ma metterò il mio tocco

Nel ritiro estivo è parso chiaro come il lavoro di Garcia differisse da quello di Spalletti: si assisteva ad un assai minore lavoro tattico, che invece era il mantra del tecnico di Certaldo. I giocatori hanno progressivamente manifestato malcontento.

Kvara, sostituito da Zerbin sul 2-2 con il Genoa fa un gesto provocatorio; Osimhen sostituito sullo 0-0 con il Bologna sbraita contro l’allenatore; Garcia si becca un “vaffa” perfino da Politano.

Foto: Calciomercato.com. Osimhen critica Garcia dopo la sostituzione

In generale il tecnico fa spesso cambi conservativi quando è il momento di attaccare. La gestione di tutto l’organico lascia perplessi. Natan, che si sta rivelando un grande innesto, è entrato nelle gerarchie solo dopo l’infortunio di Juan Jesus. Lindstrom, per cui la società ha sborsato 25 milioni in estate non è stato praticamente mai adoperato. Simeone, Elmas e Gaetano sono poco più che comparse. Cajuste è tutt’ora oggetto misterioso. La gestione di Garcia sta avendo l’effetto di depauperare il valore dell’intera rosa.

Il referto recita già 4 sconfitte stagionali tutte in casa e 10 punti di distacco dalla capolista Inter. Tra ottobre e novembre il Napoli avrebbe dovuto fare un sol boccone degli avversari, in vista delle future sfide ben più ardue. Invece sono arrivati il magro pareggio con l’Union Berlin e l’inaccettabile sconfitta con l’Empoli, che segna il punto di non ritorno.

Esonero di Garcia: troppo tardivo

Il problema più grave è che questo esonero suona come tardivo. Avrebbe avuto senso dopo la sconfitta con la Fiorentina. Il Napoli, dopo la ripresa, affronterà in rapida successione Atalanta, Real Madrid, Inter, Juventus e Braga. Qualunque tecnico dovesse succedere al francese si troverà oltremodo in salita. La rosa tornerà al completo tra mercoledì e giovedì prossimo e ci saranno pochi giorni per preparare la sfida di dura trasferta di Bergamo.

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