foto: quotidiano sportivo

Non è ancora ufficiale, ma il destino di Giacomo “Jack” Raspadori sembra ormai scritto: sarà un nuovo giocatore dell’Atletico Madrid. L’intesa tra il club partenopeo e i Colchoneros è totale, sulla base di 26 milioni di euro tra parte fissa e bonus, con formula a titolo definitivo. La conferma dell’addio è arrivata anche dal campo, o meglio, dal palco: durante la presentazione ufficiale della squadra in piazza a Castel di Sangro, Jack non è salito insieme ai compagni. Lunedì sosterrà le visite mediche a Madrid, aprendo così un nuovo capitolo della sua carriera. La notizia lascia di sasso, anche perché arrivata lo stesso giorno dell’ufficializzazione di Simeone in maglia granata.

Tirando le somme del suo ciclo partenopeo, Raspadori è stato un eterno “pesce fuor d’acqua”: volto pulito, sorriso smagliante, qualità tecniche e intelligenza calcistica fuori dal comune, ma mai una vera titolarità. Il limite non era il talento, bensì le caratteristiche: falso nove, seconda punta o trequartista, ruoli che il Napoli degli ultimi anni ha sacrificato in favore di un sistema fondato sulle ali. Questo fattore lo ha accompagnato per tutta la sua esperienza, impedendo a ogni tecnico di esaltarne pienamente le doti. I più critici arrivavano finanche a dire che con il Napoli c’entrasse poco.

Nonostante il minutaggio ridotto, Raspadori ha mantenuto un comportamento esemplare, conquistando il rispetto dello spogliatoio e l’affetto dei tifosi. Mai una polemica, mai una parola fuori posto, Jack ha sempre accettato il suo ruolo con grande professionalità per il bene della squadra. Ogni volta che ha avuto spazio, ha risposto presente, firmando gol pesanti e contribuendo da protagonista ai due scudetti vinti in maglia azzurra. Ed in fondo è proprio questo, ciò che ti fa apprezzare dai passionali tifosi del Napoli.

L’arrivo a Napoli di Raspadori e le prime sfide tattiche

Giacomo Raspadori è arrivato a Napoli nell’estate 2022, fortemente voluto da Luciano Spalletti, che vedeva in lui un giovane talento italiano da far crescere. Lo stesso Raspadori spinse per lasciare il Sassuolo, convinto che Napoli fosse una tappa fondamentale per la sua carriera. Il trasferimento si concretizzò con un prestito oneroso da 5 milioni di euro e obbligo di riscatto a 25 milioni più 5 di bonus. In tre stagioni in azzurro ha collezionato 109 presenze e 18 gol, contribuendo a due scudetti: il primo con Spalletti, il secondo con Antonio Conte.

L’inserimento tattico non fu semplice: il 4-3-3, costruito sulle esplosioni di Osimhen e Kvaratskhelia, gli lasciava poco spazio da centravanti puro. Raspadori si adattò con generosità a più ruoli, vice-Osimhen, vice-Kvara, perfino mezz’ala, ripagando la fiducia di Spalletti nei momenti chiave. Memorabile la doppietta all’Ajax in Champions e, soprattutto, il gol nel finale allo Stadium contro la Juventus, che di fatto certificò lo scudetto 2023.

foto: calcio napoli 24

La tragica annata post-scudetto e l’arrivo di Conte

La stagione 2023-24 è stata complessivamente difficile per tutta la squadra, ma Raspadori ha sempre cercato di dare il massim. A causa del solito equivoco tattico, Garcia prima, Mazzarri poi e Calzona infine, lo hanno utilizzato più che altro come ala sinistra, vice di Kvaratskhelia. Ciò perché la squadra non girava e non c’era spazio per fare esperimenti: si puntava sulla certezza del 4-3-3. Anche in quella stagione tragica Jack, a testa bassa a lavorare, è riuscito a dare il suo contributo. Lo dimostrano il goal su punizione contro il Milan che siglò il pareggio e quello nella vittoria contro la Juventus per 2-1.

foto: il napolista

Con l’arrivo di Antonio Conte la situazione non cambiò subito: Kvaratskhelia rimaneva un punto fermo imprescindibile. Raspadori iniziò la stagione da titolare, ma in funzione dell’arrivo di Lukaku. Lo si vede contro Modena, Verona e Bologna a giocare di sponda, spalle alla porta, in una maniera che c’entra poco con le sue caratteristiche. Ma il bene della squadra era più importante, e lui ha accettato anche di sacrificarsi in questo modo, come gli richiedeva l’allenatore.

Napoli-Spezia come Napoli-Venezia: Raspadori “l’uomo dai goal pesanti”

Due gol in particolare sintetizzano il suo valore: quello segnato contro lo Spezia il 10 settembre 2022 e quello al Venezia il 29 dicembre 2024. Entrambi arrivati in casa, contro squadre arroccate, con il risultato fermo sullo 0-0, e segnati nei minuti finali dopo essere subentrato. Da qui nasce la definizione di “uomo dai gol pesanti”: un giocatore che quando segna, cambia radicalmente il corso delle partite e delle stagioni.

foto: quotidiano napoli

L’addio di Kvara, l’infortunio di Neres e l’esplosione di Raspadori

Il secondo scudetto di Raspadori al Napoli porta la firma di Antonio Conte. Nel finale di stagione, con la partenza inaspettata di Kvaratskhelia a gennaio e l’infortunio di Neres, Jack ha conquistato la maglia da titolare nell’adattato 4-4-2 dell’allenatore leccese. Il modulo premiava finalmente le sue qualità. Raspadori si è guadagnato la titolarità con pieno merito, mettendo in mostra le sue doti tattiche, il dinamismo e la capacità di cucire il gioco, fornendo anche assist decisivi per McTominay e Lukaku.

foto: campania nel pallone

In questo contesto, in una stagione punto a punto con l’Inter, in cui ogni dettaglio poteva fare la differenza, il suo peso specifico nello scudetto è stato ancora maggiore. Fa tristezza pensare che il suo gol più memorabile e iconico, quello in pieno stile Kun Agüero, nel 2-2 contro il Genoa, sia rimasto il suo ultimo realizzato in una gara ufficiale con la maglia azzurra.

L’eredità della maglia numero 10 in Nazionale

Il legame di Raspadori con Napoli si è intrecciato anche con la sua esperienza in Nazionale. Dopo l’addio di Lorenzo Insigne, è stato lui a ereditare la maglia numero 10 dell’Italia, divenendo quindi il secondo giocatore partenopeo ad indossarla stabilmente. Un numero prestigioso che, però, ha accompagnato la Nazionale italiana forse più triste di sempre, caratterizzata da risultati deludenti: oltre alla non qualificazione a Qatar 2022, il disastroso Euro 2024 e la sconfitta con la Norvegia che segna l’esonero di Spalletti. Intanto lui, da giocatore del Napoli ha superato i goal di Totti con la maglia dell’Italia.

foto: calciomercato

Anche in questo contesto è sempre Raspadori protagonista: emblematico il gol alla Moldavia nell’ultima partita di Spalletti da CT, con la notizia del suo sollevamento da Coverciano già di dominio pubblico. Jack segna, bacia lo stemma tricolore e indica l’allenatore, come a dire “Siamo l’Italia“.

L’addio di Raspadori lascia l’amaro in bocca

Oggi i tifosi del Napoli salutano Raspadori con un sentimento doppio: da un lato la consapevolezza che il suo rendimento non sia mai stato continuo, più per ragioni tattiche che per sue mancanze, dall’altro l’amore per un giocatore che si è sempre fatto voler bene. Non solo per le reti pesanti, ma per l’atteggiamento, la dedizione e la capacità di onorare la maglia azzurra in ogni circostanza.

Il suo trasferimento all’Atletico Madrid lascia l’amaro in bocca per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato. C’era chi già lo vedeva capitano del Napoli in futuro, a battere record di presenze e goal. Nonostante questo resta il ricordo di un ragazzo eccezionale, che con la dedizione al lavoro e la massima serietà e professionalità, ha scritto pagine importanti della storia recente del Napoli.

foto: calcionapoli1926.it

Il 9 agosto, nel giorno in cui il trasferimento imminente è di dominio pubblico, sapendo che Raspadori sarebbe andato a giocare nella squadra di suo padre, Cholito Simeone scrive da instagram: “Si chiude una tappa importantissima della nostra carriera. Porto con me un grandissimo amico. Spero di ritrovarti a giocare insieme un’altra volta perché con te era tutto più facile.

E a chi dice che Jack non si sia mai veramente integrato a Napoli va mostrato in loop il video in cui esclama: “Ue, frat ro ca**!

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