La cultura letteraria napoletana affonda gran parte delle sue radici nei Quartieri Spagnoli. I vicoli brulicano d’arte, musica, storia e letteratura. La peculiare bellezza che caratterizza Napoli ha ispirato tantissimi grandi artisti e rappresenta un’importante evoluzione culturale. Tutto ciò ha permesso anche ai quartieri popolari di avere nuove possibilità di riscatto.

La letteratura fra le strade dei Quartieri Spagnoli

Molti scrittori spagnoli in visita a Napoli fecero di essa lo scenario artistico delle loro opere letterarie. Per Miguel de Cervantes questa città rappresentava lo scenario reale della sua vita. Nel ‘600, della sua residenza a Napoli non si hanno molte notizie, ma probabilmente abitava, come tutti i militari iberici distaccati a Napoli, proprio nei Quartieri Spagnoli. Nella sue opere Cervantes non racconta la città, ma possiamo inquadrare l’esperienza partenopea come la fonte di ispirazione per la sua produzione letteraria.

Anche Giacomo Leopardi, con la sua letteratura, ha attraversato le strade dei Quartieri Spagnoli, da cui restò molto affascinato. Infatti, malgrado le sue condizioni di salute, fu un periodo molto proficuo per la sua produzione letteraria. Pertanto, dopo la sua morte, gli è stato dedicato un omaggio in quelle stesse strade dove risiedeva. Precisamente in via Santa Maria Ognibene 35, proprio a due passi da vico Tre Regine, dove oggi risiede il cuore della movida partenopea grazie a Tony Spritz.

L’evoluzione della letteratura napoletana

Una figura indimenticabile nel panorama della letteratura partenopea è sicuramente Luciano De Crescenzo, orgoglioso delle sue origini e innamorato della sua città. Conosciuto anche come l’autore del famoso romanzo Così parlò Bellavista Quest’ultimo vede Napoli come protagonista raccontata fra umorismo e saggezza. Sono molti i dettagli che restano impressi grazie a De Crescenzo, come la sua intramontabile ricetta “Metà amore e metà libertà“. Nell’omonimo film viene citato anche lo stimato poeta Salvatore Di Giacomo, noto per le sue poesie in dialettica napoletana. Questi considerava il dialetto come il modo più leggero e genuino per rendere comunicabili emozioni intraducibili come quelle che affioravano nella sua mente e a cui è riuscito poi a dar forma.

Napoli e i suoi vicoli sono protagonisti anche di molti libri dello scrittore napoletano Erri De Luca. Tra questi “Montedidio“. Parla di un ragazzino che vive nei vicoli di una città caratterizzata da caos e silenzi, di bellezza e disincanto.

La cultura letteraria napoletana ha avuto una notevole evoluzione che ha portato anche al riconoscimento della dialettica partenopea nel patrimonio culturale mondiale. Gli autori in questione hanno utilizzato la letteratura come un mezzo per raccontare, idealizzare, mutare, una realtà a tratti fatiscente ma incantevole come quella di Napoli.

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