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Negli ultimi anni Napoli ha vissuto un aumento esponenziale di visite esterne, un vero e proprio boom di turisti. Parallelamente i Quartieri Spagnoli sono diventati una delle mete obbligate di chi scopre Napoli per la prima volta. Ciò ha cambiato molte cose nel modo di vivere i Quartieri da parte dei cittadini che vi risiedono e ha dato vita a nuove realtà commerciali. Queste nuove realtà hanno sostituito la vecchia economia del vicolo, spesso basata sull’illegalità. Fan page ha intervistato i napoletani che vivono con le nuove attività dedicate al turismo per capire come sta cambiando la città.

Boom di visitatori: l’ondata di turisti crea nuovi imprenditori e un indotto legale prima inesistente

L’ondata di turisti nel centro di Napoli continua. Da circa 500 visitatori all’anno dei primi anni 2000, si è passati agli attuali 4 milioni di visitatori registrati. Si sfiorano i 7 milioni se aggiungiamo i turisti non registrati, ospitati cioè da amici e parenti, o che non soggiornano. Ad aumentare sono anche i giorni di permanenza media, che durante il periodo post Covid hanno superato i 3 giorni. Secondo i dati del Comune di Napoli, in occasione del ponte dell’Immacolata sono confluiti nelle casse della città circa 25 milioni di euro. Da questi numeri emerge che, di fatto, il turismo e le sue attività correlate rappresentano attualmente la principale attività economica della città.

Grazie alla crescente domanda di posti letto, molti abitanti di quartieri fino a ieri malfamati, come i Quartieri Spagnoli, ma anche Mercato e Pendino, nelle vicinanze della Stazione Centrale, hanno visto crescere il valore delle proprie abitazioni. Queste case in molti casi sono state parzialmente o totalmente trasformate in attività ricettive. Di conseguenza si è creato un indotto legale fatto di lavanderie, servizi di colazione e ristorazione, deposito bagagli, muratori, idraulici, elettricisti, piccoli musei, guide turistiche. Per molti cittadini, soprattutto per le famiglie a cui è stato negato il reddito di cittadinanza, il fenomeno rappresenta una sorta di riscatto sociale.

Cosa vuol dire gestire un Air Bnb nei Quartieri Spagnoli oggi

Fan page ha intervistato a tal proposito Luigi Bencivenni, che gestisce una piccola casa per turisti nel cuore di Napoli.

Chi non aveva lavoro e stava per strada, oggi guadagna onestamente e paga le tasse. La gestione delle attività ricettive, siano esse bed and breakfast, case vacanze, fitti parziali o fitti brevi, ha permesso a molte persone, specialmente ai giovani, di rimanere a Napoli senza essere costretti ad emigrare. Andare a vivere lontano dalle attività ricettive che gestisci è praticamente impossibile. Oggi la legge ti impone di accogliere l’ospite personalmente, registrare i suoi documenti, incassare la tassa di soggiorno da girare poi al Comune, gestire i check-out. Per molti di noi è un riscatto sociale e gli effetti positivi si ripercuotono sulla città. Luoghi che fino a ieri mettevano paura solo a sentirli nominare, come i Quartieri Spagnoli, negli anni ’80 e ’90 inaccessibili, oggi sono diventati la principale attrazione. Non ci stiamo arricchendo, tolte le spese di manutenzione, le tasse e le licenze, il guadagno netto di un piccolo appartamento è di circa 1000 euro al mese.

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