A Forcella è comparsa una scritta su un muro in onore di Ugo Russo, il giovanissimo ragazzino dei Quartieri Spagnoli rimasto ucciso dopo un tentativo di rapina ai danni di un carabiniere. La scritta è comparsa proprio dove fino a poco tempo fa si ergeva quella dedicata a Luigi Caiafa, anche lui rimasto ucciso durante un tentativo di rapina.

Si tratta quindi di abusivismo che ha già scatenato l’ira dei napoletani fomentati dal post di Francesco Emilio Borrelli. “Un vero e proprio altare di una cultura criminale” così come lo ha definito Borrelli anche se la questione è molto spinosa e se da un canto siamo tutti d’accordo che Ugo Russo abbia sbagliato nelle sue, giovani, scelte di vita, dall’altro c’è da dire che la sua morte non è accettabile. Ciò non significa che bisogna rendere omaggio alla cultura criminale e sicuramente queste scritte possono gettare benzina sul fuoco.

Forcella e la scritta ad Ugo Russo: “Vergognosa apologia”

Questa la nota di Francesco Emilio Borrelli sul proprio profilo facebook: “Russo e Caiafa, oltre che all’amaro e fatal destino , avevano in comune anche l’educazione e la vita criminale. Stessi ambienti, stesse frequentazioni, stessi metodi. Erano “colleghi”. Non è un caso quindi che l’omaggio ad Ugo sia apparso nello stesso punto dove più volte sono stati realizzati quelli a Luigi Caiafa, in Vico Sedil Capuano, a pochi passi dall’abitazione del 17enne, quello stesso basso dove il padre Ciro, noto pregiudicato, è stato ucciso in un agguato di camorra.

“Abbiamo denunciato nuovamente questa vergognosa apologia e richiesto la rimozione immediata della scritta” – ha dichiarato il deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli –“ Non permetteremo mai che questi simboli diventino modelli per i più giovani. In quel vicolo si continua a glorificare la criminalità, trasformando i carnefici in vittime, i delinquenti in martiri. Una narrazione tossica che alimenta odio, disillusione e morte.”

“La celebrazione della malavita “- ha proseguito il parlamentare- “è un oltraggio alla memoria delle vere vittime e una ferita aperta nella coscienza civile di Napoli. Forcella e i Quartieri non devono essere santuari della criminalità, ma territori da riconsegnare alla legalità, alla cultura, alla speranza. Combatteremo fino in fondo questo meccanismo autodistruttivo. È tempo di celebrare chi salva, non chi devasta

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