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Alla Fondazione Foqus, nel cuore dei Quartieri Spagnoli (via Portacarrese a Montecalvario), si è tenuto un incontro toccante per chiedere verità e giustizia per Mario Paciolla, cooperante napoletano trovato morto in Colombia nel 2020. Una sala piena, stretta attorno ai genitori del giovane, Pino e Anna, tra emozione, rabbia e determinazione. L’evento ha visto la partecipazione di cittadini, attivisti, giornalisti e rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali.
Mario, cresciuto tra il Vomero e i Quartieri Spagnoli, lavorava per le Nazioni Unite in missioni di pace. Le autorità colombiane parlarono di suicidio, ma la ricostruzione proposta dall’inchiesta di Antonio Musella, proiettata durante l’incontro, evidenzia incongruenze e presenta testimonianze che puntano con forza verso un omicidio.
Le parole della mamma di Mario Paciolla
“Nessuno crede che Mario si sia tolto la vita“, ha detto Anna Motta, madre del cooperante. “Possiamo anche accettare un’archiviazione, ma solo se si dice chiaramente che nostro figlio non si è suicidato. Mario era pieno di entusiasmo, amava la vita, il suo lavoro e i popoli che aiutava”.
Hanno preso la parola anche Roberto Fico, Marco Sarracino, Dario Carotenuto e Giuliano Granato, chiedendo un coinvolgimento concreto delle istituzioni e delle Nazioni Unite. “Mario deve aver visto qualcosa che non doveva vedere“, ha affermato Roberto Fico. “L’ONU non può continuare a tacere“.
L’affetto dei napoletani
A Foqus, tra i ragazzi dei Quartieri Spagnoli, il ricordo di Mario è stato forte. “Era uno di noi, e ci rappresentava nel mondo“, ha detto una giovane presente. “Ora tocca a noi non far cadere il silenzio“.
Dopo la proiezione, lunghi applausi e abbracci. “Non ci aspettavamo così tanto affetto“, ha concluso Anna, la mamma di Mario Paciolla. “Grazie a voi continuiamo. Non ci fermeremo finché non sarà fatta giustizia per Mario. Mio figlio non si è suicidato: era un ragazzo pieno di sogni e di vita“.