Foto di Stefano Colasurdo

Questa mattina, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, alcune delle famiglie sfrattate dall’ex Motel Agip di Secondigliano hanno fatto occupazione nell’ex Ospedale Militare, sfondando la porta dall’esterno e barricandosi all’interno. Tra di loro ci sono adulti, anziani e anche bambini. Una mossa disperata e coraggiosa per dire a voce alta che non vogliono più restare senza un tetto.

Secondo quanto riportato dalla nostra fonte sul posto, le famiglie sarebbero arrivate nella notte, e i custodi dell’adiacente parco dei Quartieri Spagnoli le hanno trovate questa mattina insieme a uno striscione di protestaSiamo gli scarti del vostro bilancio sociale. Comune di Napoli: i nostri diritti calpestati dalle nostre bugie“. Sul posto anche la polizia, pronta a monitorare la situazione, e Chiara Capretti, consigliera della Municipalità II di Potere al Popolo. La protesta sembra legata alla possibile visita del sindaco Gaetano Manfredi alla struttura nel pomeriggio.

Lo striscione di protesta

Le famiglie sfrattate e la vicenda di Secondigliano

Le persone che oggi hanno occupato l’ex Ospedale Militare sono le stesse che nei mesi scorsi avevano subito lo sgombero coatto dall’ex Motel Agip. Come riportava la RAI: “Lo sgombero coatto e senza ospitalità delle famiglie poverissime dell’ex motel Agip è la conclusione amara di una vicenda gestita molto male dall’amministrazione comunale, con impegni continuamente disattesi per più di otto mesi: il direttore generale e il sindaco avevano promesso pubblicamente una sistemazione alloggiativa.”

All’epoca, le famiglie erano circa 27, molte con bambini, disabili e persone malate, tutte prive di reddito stabile e praticamente invisibili al mercato degli affitti di Napoli. Il Comune aveva offerto un contributo economico una tantum. Tra 6mila e 10mila euro a seconda della composizione del nucleo familiare. Fu definito dallo stesso Comune un “passo necessario per offrire un sostegno immediato e dignitoso”. Ma per gli occupanti non è abbastanza: “Il contributo una tantum è infatti una soluzione che non risolve perché almeno sedici nuclei dei ventidue che restavano non sanno dove andare, con bambini, disabili e persone malate.”

Oggi la protesta è quindi una continuazione della loro lotta, una richiesta di visibilità e giustizia, un modo per dire “non ci dimenticate”.

Occupazione Quartieri Spagnoli: tra bisogno e pressione pubblica

Le famiglie hanno scelto l’ex Ospedale Militare non solo per la centralità della zona, ma anche come forma di pressione pubblica. La loro presenza visibile nel cuore dei Quartieri Spagnoli serve a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni. Come sottolineano gli stessi occupanti: “Vogliamo un tetto, una casa, non solo soldi una tantum”.

Dal Comune arrivano rassicurazioni: “Garantire un supporto concreto ai nuclei familiari coinvolti in condizioni di elevata fragilità sociale ed economica”. Tuttavia, le famiglie ribadiscono la necessità di una soluzione abitativa stabile e duratura, al di là dei contributi temporanei.

Questa protesta racconta la storia di persone rimaste in un limbo per decenni, tra promesse non mantenute e emergenze sociali croniche, in una città dove la speculazione immobiliare e l’overtourism rendono l’accesso a un alloggio dignitoso sempre più difficile.

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