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pro e contro vivere quartieri spagnoli

I Quartieri Spagnoli sono come un caleidoscopio di colori, sapori e suoni che catturano l’immaginazione di chiunque li visiti, ma cosa significa davvero vivere in questi vicoli stretti e affascinanti? Abbiamo avuto l’opportunità di parlare con Roberta, una residente dei Quartieri per scoprire i pro e i contro di questa esperienza unica. Dalle specialità culinarie ai problemi di sicurezza, la nostra intervistata ci svelerà i segreti e i dilemmi del vivere e amare i Quartieri Spagnoli di Napoli.

Quali sono i principali cambiamenti avvenuti nei Quartieri Spagnoli dopo la pandemia?

Prima del Covid, i Quartieri Spagnoli erano evitati dai turisti a causa della loro reputazione non proprio positiva. I ristoranti, frequentati principalmente dai napoletani, erano pochi e di nicchia. Dopo il Covid, i soldi persi dai ristoranti sono stati recuperati e la zona è stata rivalutata anche dall’ex sindaco De Magistris e dalle associazioni. Le strade sono state rifatte e sono state installate più luci, soprattutto nelle zone più buie. Sono stati aperti nuovi ristoranti e negozi che vendono merchandising del Napoli, soprattutto dopo la morte di Maradona, che ha generato un vero e proprio pellegrinaggio nella zona del murale dedicato al calciatore argentino. Ciò ha portato ad un aumento del turismo di massa, soprattutto per la visita del murale di Maradona, che ha coinciso con la vittoria del Napoli nel campionato di calcio di quest’anno”.

Che cosa rende unico il vivere nei Quartieri Spagnoli?

“Una delle cose più belle che mi è capitata è stata una sera in cui si è esibito Facimme ammuina, un gruppo che suona tarantelle antiche napoletane. Il gruppo si è posizionato al centro del vicoletto, tra due ristoranti: Donna Elvira e Hosteria Toledo. Mentre cantavano, tutti i residenti sono usciti sui balconi per ammirare lo spettacolo e contribuire dando il ritmo con le mani. Anche se il linguaggio era difficile da capire per i turisti, la musica coinvolgente li ha fatti alzare dal tavolo e divertirsi. È stata un’esperienza unica che solitamente si vede solo al sud.

Un altro aspetto positivo, devo dire la verità, è la movida. In passato il mio vicoletto era troppo tranquillo, poiché i negozi di abbigliamento erano chiusi e non c’era molta attività. Non c’era nessuno in giro e se uscivo con gli amici la sera, mi preoccupavo di dover tornare a casa da sola. Tuttavia, ora le cose sono cambiate. Ci sono sempre persone in giro, soprattutto i guardiani dei ristoranti che restano lì a dormire. Anche se devo prendere la macchina, non mi preoccupo più dell’orario in cui mi ritiro perché c’è sempre un viavai di persone che frequentano i ristoranti e le pizzerie nella zona.

Allo stesso tempo, il caos durante il weekend non è ancora diminuito. Abito nella parallela del murale dedicato a Maradona, quindi posso vedere i turisti che vengono a visitare la zona. A volte, quando scendo dal mio vicoletto, trovo turisti seduti sul marciapiede, con pizzette e carte a terra. Purtroppo il turismo che arriva a Napoli non è sempre di alto livello come quello che si trova ad esempio a Venezia. Ci sono turisti che pensano che a Napoli si possa buttare a terra e fare caos, e questo può causare qualche problema di convivenza”.

L’apertura di Bed and Breakfast sta causando la perdita di case adatte all’affitto a lungo termine e il rischio di sfratti per i residenti. Quali sono le possibili soluzioni alternative?

“Stiamo cercando di trovare un modo per valorizzare la tradizione culinaria napoletana e una delle mie idee è di creare una casa vacanza o un home restaurant. La mia idea sarebbe di creare un menu fisso con piatti tipici napoletani come la pasta e fagioli, gli spaghetti con le cozze, il polipetto alla Luciana, la minestra maritata ecc. Vorrei anche organizzare dei giochi come la tombola e magari fare un tavolo sociale in cui le persone possono conoscersi a vicenda.

Mia mamma cucina benissimo e abbiamo sempre pensato di aprirle una trattoria, ma lei preferisce cucinare a casa. Quindi ho pensato all’idea di creare una pagina home restaurant e di invitare le persone a venire a casa nostra per gustare i piatti tipici napoletani. Magari potremmo anche fare delle serate a tema e offrire ai nostri ospiti la possibilità di partecipare a eventi culturali e tradizionali.

Spero di riuscire a convincere mia madre a partecipare a questo progetto. Potrebbe essere una grande opportunità per valorizzare la cultura e le tradizioni dei Quartieri Spagnoli di Napoli”.

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