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Il 21 e il 22 giugno, gli immensi Coldplay hanno intonato le loro canzoni allo stadio Maradona, sotto il cielo di Napoli. Tuttavia non è tutto oro quello che luccica, tantomeno i braccialetti in dotazione agli spettatori che hanno illuminato il buio dello Stadio partenopeo.

L’organizzazione dell’accesso all’impianto è stata a dir poco discutibile, da parte degli addetti ai lavori e delle forze dell’ordine. L’accesso al settore Prato del Maradona si trovava in prossimità dell’ingresso della Mostra di Oltremare (a via Claudio per chi godeva del beneficio dell’accesso privilegiato). I cancelli del Maradona si sarebbero aperti alle 17:00, ma già dalla mattina il fazzoletto di terra sul quale i fan hanno atteso l’inizio del concerto si è riempito “inesorabilmente”. La situazione è stata accettabile fino alle 13:00. Qualcuno ha fatto segno che i cancelli stavano per aprirsi, e nella fretta di accaparrarsi i posti migliori sotto al palco, improvvisamente il pubblico si è ammassato contro i cancelli del Maradona.

Il risultato è stato tragico a dir poco: migliaia di persone una sull’altra per almeno 4 ore di seguito sotto un sole cocente (si sono sfiorati i 30 gradi). Varie volte i Vigili del Fuoco hanno dovuto “innaffiare” la folla con gli idranti per scongiurare svenimenti.

Nel vano tentativo di controllare la massa di gente, le forze dell’ordine hanno tentato di contingentare gli accessi, cosa che ha fatto slittare ulteriormente l’orario di accesso. Nella fretta di far entrare la folla inferocita gli stessi controlli all’ingresso sono stati fatti frettolosamente, cosa che ha permesso a molti fan di portare all’interno dello stadio oggetti non consentiti.

Tutto ciò poteva essere scongiurato evitando di creare l’assembramento, ampliando il numero delle transenne anche all’esterno.

Di buon livello invece l’organizzazione interna al concerto. I fan hanno potuto godere della meravigliosa performance dei Coldplay al Maradona.

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